
Viaggio nella storia di Ardea, tra mito e verità
Rogeri De Hoveden, un cronista presente alla Terza Crociata, nella sua Chronica ci riferisce che Riccardo I , il ventisei agosto del 1190, transita nel territorio di Ardea. Secondo quanto riportato da alcuni studiosi un altro anonimo cronista al seguito del Re Inglese precisa che questi “pronato pregò con devozione presso il santo luogo…”.
Il Sovrano raccogliendo l’invito del Papa, Gregorio VIII, ha prestato giuramento di difendere i Sacri Luoghi della Terra Santa.
E’ salpato con il suo esercito dal porto di Marsilha, l’attuale Marsiglia, per partecipare al Terzo Pellegrinaggio Armato.
Intende recarsi a Messina e di là congiungersi con il resto delle armate dell’Europa cristiana condotte via terra dall’Imperatore germanico Federico I detto il Barbarossa, dal Re di Francia Filippo Augusto e da Filippo di Fiandra.
Ma perché il Re inglese, ormeggiata la flotta nel porto di Roma ed incontrato il Cardinal Ottaviani che il Papa ha inviato ad accoglierlo, invece di recarsi ad omaggiare il Pontefice nella vicina Capitale, percorre la Via Severiana per “quater viginti miliaria” e nei pressi di Ardea si attarda a pregare in un “sacro loco”?
Che cosa c’è di così importante in quella zona paludosa a sud del Tevere, allora più che altro famosa per la insalubrità degli acquitrini e la voracità dei pappataci?!
Dobbiamo arguire che nei dintorni della Rocca rutula è ubicato un sito sacro che esercita su Riccardo un richiamo preminente e più eccellente anche delle Sacre Reliquie ossequiate dai fedeli nelle Quattro Basiliche e nelle Sette Chiese della Capitale; un “Genius Loci” talmente potente da distogliere il Sovrano dalle urgenze della Crociata e spingerlo a snobbare l’incontro con il neoconsacrato Clemente III!
Come è venuto a conoscenza il Re inglese della straordinaria presenza? Chi e per quale riservato ministero lo ha chiamato e convinto all’insolita deviazione?! Quale importante testimonianza misterica viene custodita al suo interno?