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Con il cuore di un atleta, Alessandra Giorgi: “La mia lotta per vincere”

4 ottobre 2019 | 18:40
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Con il cuore di un atleta, Alessandra Giorgi: “La mia lotta per vincere”

Un lungo cammino di rinascita che l’ha portata a vincere la sfida più importante, quella contro la malattia.

Tu sei una giornalista sportiva e parli sempre del tuo percorso come di un gara: essere sempre a contatto con lo sport, conoscere tanti atleti, ti ha dato in qualche modo una marcia in più per raggiungere il tuo traguardo?

“Come ho in alcuni passi detto, lo sport è stata una grande forza. L’eccezione che mi ha fatto partire dritta verso la conclusione del mio difficile percorso. E’ stata una gara. Una gara per far trionfare la cosa più preziosa che abbiamo. La vita. Contro le mie ombre sul percorso, le mie virtù hanno vinto. Per citare la mia Tesi sulla Filosofia dello Sport. Esso è la metafora della vita. E il campione ha vinto. E spesso utilizzavo questo linguaggio anche sui social. Ma parlavo di me. E del campione che avevo dentro. Che ho dentro. Credo. Ci provo sempre. Atleti, allenatori e dirigenti di squadre sportive, militari e civili mi hanno trasmesso la forza.

La grande forza dello sport e del suo insegnamento. Non si conquista nulla senza soffrire. Vince chi soffre meglio. Vince chi ci crede. Nel periodo invernale della chemioterapia dovevo stare molto attenta a non prendere freddo, per salvaguardare il mio sistema immunitario e per non saltare le sedute settimanali. E’ stato lungo. Lunghissimo. Ma c’era lo sport a farmi compagnia. Lo seguivo ugualmente e poi scrivevo. Calcio, scherma, atletica, nuoto, karate e judo. Solo alcuni dei tanti. Interviste, articoli. Tutto mi ha dato forza.

Sono stati anch’essi le mie armi. E l’esempio di un atleta che combatte in gara mi ha dato la forza per staccare dallo start e raggiungere il traguardo. Voglio ricordare due momenti : il primo a luglio 2017. Prima della mia prima operazione. Mondiali di atletica paralimpica in tv. Vidi lo scatto di Martina Caironi dai blocchi. Forte, decisa. Mi scattò qualcosa dentro e sento ancora i brividi. Sentì gli occhi di fuoco. Niente poteva fermarmi. Anche io dovevo staccare dai blocchi in quel modo, nel percorso che stavo facendo, verso il traguardo finale. Cattiva, determinata, spietata. Neanche la paura che mi tormentava ogni giorno poteva fermarmi. Ma c’era. Lei c’era sempre.

E poi durante il periodo invernale della chemio : c’erano le Olimpiadi Invernali di Pyeong Chang in tv. Arianna Fontana vinse tante medaglie. Un giorno vinse l’oro nei 500 metri dello short track. Io scrissi il pezzo e andai al Campus per la chemio. Quel pensiero dello sport e del lavoro e dell’agonismo me li sono portati dietro, in quel febbraio del 2018. E poi la intervistai per le sue medaglie olimpiche al Comando Generale della Guardia di Finanza ad aprile. Pochi giorni dopo il termine della chemioterapia. E si chiuse un cerchio per me. Feci come un atto di giustizia nei miei confronti. E Arianna come gli altri, mi ha aiutata tanto.

E spero possa saperlo un giorno. Voglio anche ricordare i Mondiali di nuoto del 2017. Nei giorni del mio primo ricovero Federica Pellegrini vinse l’oro nei 200 metri. Fu come vincere insieme a lei. E poi il titolo mondiale di Gregorio Paltrinieri sui 1500 metri. Ero da pochi giorni tornata a casa dal  Campus, quando lo vidi in piscina gareggiare in finale. E avevo ancora tutti i drenaggi attaccati addosso. Ripresi quel trionfo con le mani anche se le braccia mi pesavano. I 1500 : la gara della pazienza, della tenacia, del coraggio. Del non mollare mai. Grazie Greg. Questo fa lo sport. Insegna. E voglio dirlo a tutti. Non vi fermate alle apparenze di una gara. C’è qualcosa di più nascosto. C’è il cuore di un atleta che combatte. Persona come noi tutti”.

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